Il mio obiettivo è quello di realizzare attraverso un metodo combinatorio un intreccio dinamico, un “tessuto” di figure e colori che rappresenti con la propria “trama”, i principi dinamici del processo che ne ha creato la medesima struttura.

La “trama” non è altro che formata da accostamenti, intersezioni, sovrapposizioni, compenetrazioni, connessioni cromatico-figurative che determinano una struttura complessa e articolata.

Queste intersezioni ed interdipendenze reciproche fanno sì che la complessità si integri in modo da non risultare frammentaria, ma nella propria varietà, essenziale, in una rigorosa unità di sintesi.

Il “tessuto” compositivo è il risultato di una fra le possibili combinazioni programmate a priori. Ogni combinazione crea un andamento della “trama” del “tessuto”, una particolare architettura matematica del colore e delle immagini.

Il fondamento del mio lavoro non risiede nella struttura, non sono interessato ad alcuna specifica configurazione del “tessuto”. Quest’ultima è solo una conseguenza della dinamica del metodo che l’ha prodotta, è un pretesto per mettere in moto il meccanismo creativo. Quindi si pone in rilievo il processo piuttosto che l’oggetto. Anche i valori costruttivi dell’opera sono mezzi per rappresentare la dinamicità del principio creativo; la ricerca del ritmo attraverso i valori timbrici e le proporzioni sono un lavoro estetico non fine a se stesso.

Questo lavoro di “superficie” che si direbbe macchinoso e freddo è in realtà estremamente creativo e non rigido nei propri schemi, come erroneamente può apparire, in quanto quest’ultimi non sottomettono la fantasia ma la stimolano enormemente aumentandone la potenzialità in maniera esponenziale.

Il risultato di un lavoro che si risolve in superficie non è superficialità in quanto l’estetica non viene intesa solo come atteggiamento esterno.