Sono un artista figurativo e non ho motivo per non esserlo, ma nel contempo non posso non essere astrattista. Per capire ciò che faccio è meglio guardare uno dei miei quadri (ovviamente figurativi) e considerare che sono astratti. Sono astrattista-figurativo. è ovvio, invece, che questi apparenti controsensi, fanno capire ancor meno di quanto si potrebbe capire senza le frasi sopra citate.
Il mio metodo di lavoro è basato sulla matematica, sul metodo combinatorio e quindi sul procedimento creativo. Il calcolo di tutte le combinazioni e delle sue variabili, avviene secondo un procedimento matematico che è tale, in quanto è astratto. Essendo una procedura, significa che riguarda certe regole logiche e deduttive, piuttosto che oggetti e figure reali.
Ma se uso questo metodo matematico, quindi puramente teorico, è perché seguire tale procedimento mi è utile nella pratica, cioè nell’utilizzare parole, immagini, oggetti e colori.
Non potrei essere, quindi, totalmente astrattista, ma se mi è consentito usare un paradosso, nemmeno “totalmente figurativo”.
Io non posso rinunciare alla rigorosità, alla esattezza e alla logicità della matematica.
Essere totalmente astrattista non avrebbe senso, la teoria fine a se stessa non mi servirebbe a nulla, anche se temo che sia una delle possibili conseguenze del mio operare.
Il mio modo di lavorare è deduttivo, parte da premesse più forti (la logica matematica) e arriva a conclusioni. Quest’ultime risultano spesso assurde, e possono apparire come illogiche; comunque anche se fossero tali, l’illogicità della situazione è stata dedotta logicamente.
Con il mio metodo creativo, non voglio certo spiegare la realtà, non voglio giudicare, non voglio dire che una cosa è vera e l’altra falsa, o che una è meglio di un’altra, ecco quindi perché mi è utile utilizzare la matematica.
La tematica dei miei lavori è irrilevante, è disinteressata, è come se non la scegliessi e ciò che appare come privo di senso o significato, è realmente tale. Non c’è nessun simbolismo o sentimento intimista da leggere nelle immagini o nell’accostamento delle immagini.
La relazione di due o più immagini è giustificato solo dal puro rapporto logico di deducibilità.