Secondo alcune persone può sembrare alquanto misero il ruolo che io dò all’artista, lo ritengo importantissimo e fondamentale. Esso consiste nella scelta; una scelta quasi disinteressata che, se secondo alcuni non lascia libertà di espressione all’artista, secondo me libera l’artista dall’univoca visuale creativa e libera gli oggetti scelti da lui, dalla loro unica e indiscutibile funzione.
La scelta dell’artista si prefigge semplicemente di prendere elementi della vita e del nostro esistente, per poter, grazie ad essi, sconfinare in un’altra possibile vita e in un altro possibile esistente. Che cosa abbia scelto l’artista non ha quasi importanza, se abbia scelto un cane rispetto ad un albero è quasi indifferente (poi spiego perché quasi), in quanto che cosa rappresenta la figura non ha più un valore fondamentale. La sua funzione verrà comunque modificata attraverso il metodo. Quindi che importanza può avere che cosa scegli se tanto ne verrà cambiato il senso? La scelta cade su certe immagini invece che su altre, solo per creare una determinata armonia di forma. Se nella struttura dell’opera, un determinato spazio è meglio occuparlo con la figura di un cane invece che di un albero, non dipende da ciò che può significare il cane rispetto all’albero, ma dalla forma che ha il cane rispetto all’albero. Forma che non rompe una struttura formale che si va costruendo durante il progetto.